Passione e onore sotto le stelle: la GoDoT porta in scena “Cavalleria Rusticana” a Ibla
Epoca Culturale
RAGUSA – “Hanno ammazzato compare Turiddu!” è fra le frasi più celebri della letteratura e del teatro. Chi non ha almeno una volta nella vita sentito la storia di compare Alfio e compare Turiddu? Cavalleria Rusticana è una delle storie più rappresentative della Sicilia rurale: i codici dell’onore e dell’interpretazione della vita sembrano condensarsi in questa novella che Verga, con il suo tratto veristico, ci rappresenta nei gesti di Santa e Gna Nunzia, nella sfacciataggine di Lola, fino all’apoteosi del duello finale, a fil di coltello, com’era in uso nelle campagne siciliane.
La novella fa parte della raccolta Vita dei campi (1880), ambientata nella Sicilia post-unitaria, e racconta la storia di Turiddu Macca, un giovane che, al ritorno dal servizio militare, si trova intrappolato in una spirale di gelosia e vendetta. Un amore perduto, un tradimento, l’onore da difendere. Ingredienti che Mascagni renderà immortali nella sua celebre opera lirica, la prima e la più nota fra le sedici da lui composte.
Questa estate, la Compagnia GoDoT ha riportato in scena Cavalleria Rusticana con una raffinata regia di Vittorio Bonaccorso, coniugando il testo di Verga con le musiche immortali di Mascagni, in uno spettacolo denso ed emozionante, andato in scena sulla maestosa scalinata del Duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla. Una cornice scenica di rara suggestione, che ha reso il pubblico parte integrante della narrazione, sospeso tra architettura, parola e melodia.
Grandi emozioni dunque sabato 28 e domenica 29 giugno, con una folla partecipe e attenta, tra cui molti turisti, per l’apertura del progetto “Teatro per Tutti”, sostenuto dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa e ideato da Federica Bisegna.
A intensificare l’esperienza teatrale, la suggestiva rielaborazione musicale a cura di Alessio Barone (pianoforte), Ida Logatto (sax contralto) e Simone Andreani (violoncello), ha accompagnato dal vivo la narrazione con un tessuto sonoro denso di pathos.
Straordinaria la prova degli attori: Lorenzo Pluchino, nei panni di Turiddu, ha saputo restituire con il tormento e la tracotanza del giovane protagonista, offrendo una performance carica di tensione emotiva. Benedetta D’Amato, nel ruolo di Santuzza, ha colpito per la profondità con cui ha incarnato il dolore e la disperazione di una donna tradita, donando al personaggio una vibrante umanità. Di impatto anche Alessandra Lelii (Lola), che sfuggendo agli stereotipi, ha regalato una Lola sensuale e inquieta. Cristiano Marzio Penna, in un intenso compare Alfio, ha reso la forza del carrettiere con misura e carisma, senza mai cedere all’eccesso. Commovente e intensa anche Rossella Colucci nel ruolo di Gna Nunzia, che ha interpretato con delicatezza la dignità ferita della madre. Accanto a loro, Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso hanno arricchito le scene come attori e narratori dei fatti. Hanno affiancato i personaggi principali Maria Grazia Tavano, Laura La Carrubba, Stefano Bottone, Ginevra Cilia, Erviola Jaupi, Emili Mankolli, Maria Flavia Pitarresi, e le piccole Aida Munda e Amelia Gurrieri, lodevoli nell’ offrire una coralità vivace e coinvolgente
L’intero cast ha dimostrato una notevole capacità di immedesimazione, rendendo vivi e tridimensionali personaggi nati più di un secolo fa, ma ancora così presenti nelle corde del pubblico contemporaneo.
I costumi, curati da Federica Bisegna, hanno contribuito a restituire la Sicilia di fine Ottocento con autenticità, di rilievo il supporto tecnico di Mattia Zecchin.
Dopo questo primo, sentito appuntamento, la Compagnia GoDoT proseguirà con un nuovo spettacolo: il 12 luglio, sempre nella cornice monumentale delle scalinate, questa volta del Castello di Donnafugata, andrà in scena A birritta cu ‘i ciancianeddi di Luigi Pirandello, in dialetto agrigentino.
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