Mettendo in luce il potere Godot fa il verso ai tiranni
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La Sicilia, 24 Luglio
di Giuseppe La Lota
La compagnia ha proposto il Macbeth di Shakespeare prendendo in giro la politica e la bramosia di uomini e donne
RAGUSA. Macbeth di Shakespeare, mica robetta d'avanspettacolo. Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso, ancora una volta mattatori della rassegna "Palchi diversi" nell'incantevole scenario del castello di Donnafugata, questo testo lo sentono nell'anima. E si vede dalla passione recitativa cui si concedono a un pubblico curioso e colto, prodigo nel ricambiare attenzione, affetto e fedeltà al loro lavoro.
Pesanti o leggeri che siano i testi, la coppia Bonaccorso-Bisegna porta in scena pièce che prendono in giro la politica e smascherano la follia di uomini e donne bramosi di potere. Negli anni precedenti La Fattoria degli animali di Orwell, poi Le Nuvole di Aristofane, adesso Macbeth, una delle tragedie più complesse dell'arte shakespeariana che evidenzia il manicheismo tra il nobile MacDuff e il cattivo Macbeth, diventata tiranno per necessità della moglie, avida del potere a tutti i costi.
Come si dice, dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna, nel bene e nel male, anche quando l'obiettivo da raggiungere è il potere nel modo più spregevole, attraverso l'istigazione all'omicidio. Lady Macbeth incarna bene perfidia e malvagità per avidità di potere.
Ridono e assentono Federica e Vittorio, quando facciamo notare che Macbeth ci riporta casualmente alla mente non solo i tiranni della storia antica, ma anche i contemporanei. morti e viventi, come Hitler, Stalin, Mussolini, Putin, Netanyahu, l'aspirante presidense Trump e i tanti tirannelli sparpagliati qua e là a livello locale i quali, affetti dalla grave patologia mentale per mantenere il potere (che lo psichiatra definisce "schizofrenia paranoide") scimmiottano i geni del male finendo per ammorbare quella che dovrebbe essere la nobile arte della Politica. Scegliendo questi testi Bisegna e Bonaccorso (regista della tragedia) denunciano le forme distorte dell'esercizio del potere e mettono alla berlina soggetti talora indegni e inadeguati al comando.
Lo spettacolo continua, ancora al Castello di Donnafugata, sempre con Bisegna Bonaccorso, accoppiata vincente sul proscenio e nella vita privata. E con loro il resto della compagnia: Benedetta D'Amato, Alessandra Lelii e Anna Pacini, Anna Passanisi. Alessio Barone, Angelo Lo Destro, Cristiano Marzio Penna, Lorenzo Fluchino, Mario Predoana, Marco Cappuzzello, Leonardo Cilia, Andrea Lauretta, Emili Mankolli, Maria Flavia Pitarresi, Althea Ruta, Mattia Zecchin.
Dopo Macbeth, "Il Malato immaginario" di Molière, che ha per tema la "pazzia" (in Francia il termine immaginario stava per pazzo) e poi si ritorna al "re" della satira greca, Aristofane il commediografo che beffeggiava i potenti dell'antica Grecia. Godot porterà in scena Lisistrata, protagonista ancora una volta la donna. Un tema che calza a pennello mentre il mondo è dominato dai signori della guerrа. Аristofane affida a Lisistrata il compito di istigare tutte le donne allo "sciopero del sesso" fino a quando i mariti non deporranno le armi. Quello dovrebbero fare le tante "Lisistrata" della Russia, dell'Ucraina, di Israele e della Palestina per vivere un mondo di pace. Compito arduo se è vero che per i potenti di professione "comandare e meglio che fottere", siamo condannati alla guerra.
Lisistrata chiuderà la 14esima rassegna al castello. E nel 2025? Dicerie sinistre dicono che il castello potrebbe passare sotto gestione privata. Non è ufficiale ma le voci sempre più diffuse preoccupano la Godot che da 14 anni rende fascinose le notti al castello.
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