La Compagnia Go.Do.T. brilla in Il malato immaginario di Molière
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L'Epoca culturale, 17 Agosto 2024
di Giuseppina Tesauro
Al Castello di Donnafugata, nella quattordicesima edizione di Palchi diversi, la Compagnia Go.Do.T. ha messo in scena un Malato immaginario sorprendente e divertente, capace di riportare in vita le emozioni autentiche del testo, come se fosse stato appena riletto con cura. Rispettare la tradizione è un impegno che la Compagnia Go.Do.T. porta avanti con costanza e dedizione in tutte le sue produzioni.
La trama
Argante, ossessionato dalla propria salute e convinto di soffrire di malattie immaginarie, viene sfruttato dai medici e farmacisti che approfittano della sua ipocondria e dalla sua seconda moglie Belinda, che vuole diventare l’unica erede della sua fortuna. Sua figlia Angelica si innamora di Cléante, ma Argante vuole darla in sposa a Tommaso Diaforetico, un giovane medico, per garantirsi assistenza continua. La fedele cameriera Tonina e lo zio Beraldo aiutano Angelica a realizzare il suo sogno d’amore, convincendo Argante a fingersi morto. Il piano funziona: Belinda mostra la sua vera natura, mentre Angelica dimostra il suo affetto, guadagnandosi il permesso di sposare Cléante. Infine, Tonina e Beraldo convincono Argante a diventare lui stesso medico per liberarsi dai ciarlatani.
Gli Attori della Compagnia Go.Do.T. rendono giustizia al teatro dell’arte
Nell’adattamento de “Il malato immaginario” della Compagnia Go.Do.T., emerge una rappresentazione brillante e vivace che riesce a catturare l’essenza della commedia di Molière, alternando con maestria momenti di comicità a spunti di riflessione più profondi. Questa capacità di mantenere il pubblico coinvolto dall’inizio alla fine è merito non solo della regia e dell’adattamento, ma soprattutto delle straordinarie performance di attori come Vittorio Bonaccorso e Federica Bisegna che riescono a dominare la scena durante tutta la pièce.
Vittorio Bonaccorso, che aveva già dimostrato la sua versatilità interpretativa nel Macbeth di Shakespeare, si riconferma come un mattatore del palcoscenico con il suo Argante. Bonaccorso riesce a far emergere tutte le sfumature del personaggio: la sua ossessione per la salute, il bisogno disperato di attenzione, la sua credulità quasi infantile e al contempo la sua capacità di essere ironico e sarcastico. Questo Argante non è semplicemente recitato, ma è vissuto, interiorizzato in ogni dettaglio, tanto da risultare naturale e mai forzato. In questa performance, Bonaccorso ricorda per intensità gli attori che, come Peppino De Filippo o Alberto Sordi, in passato hanno rivestito il suo stesso ruolo e che sapevano coniugare dramma e ironia in un mix perfetto, dando vita a questo tipo di personaggi memorabili e complessi.
Federica Bisegna, nel ruolo di Tonina, rappresenta il perfetto contraltare ad Argante. Come spesso accade nelle opere di Molière, il personaggio del servo ha un ruolo cruciale, ereditato dai tempi della commedia latina nella Commedia dell’Arte. Bisegna incarna con maestria questa tradizione, portando sul palco una Tonina energica, pratica e razionale, capace di sostenere il peso dell’intera struttura comica della pièce. La Bisegna attrae l’attenzione del pubblico anche durante i suoi coinvolgenti monologhi, atti a far riflettere sulle condizioni della società dell’epoca ma che comunque si proiettano nel vissuto moderno. alla La sua interpretazione ricorda quella di grandi attrici come Franca Valeri, che sapevano rendere i ruoli di carattere non solo divertenti ma anche profondamente umani.
Bisegna e Bonaccorso, dunque, dopo Macbeth si riconfermano padroni dei ruoli e della scena La loro abilità nel dare vita a personaggi così diversi e complessi ha elevato la qualità dell’intero spettacolo, rendendolo non solo un divertimento, ma anche uno spunto di riflessione sulle contraddizioni umane, così come il Drammaturgo francese riteneva dover fare nei suoi lavori.
Contrasti e sfumature…
In una rappresentazione ricca di contrasti e sfumature, Benedetta D’Amato e Alessandra Leili hanno dato vita a interpretazioni che hanno lasciato il pubblico affascinato e divertito, dimostrando entrambe una notevole padronanza della scena.
Benedetta D’Amato, nel ruolo di Angelica, ha offerto una performance che ha saputo combinare virtuosismo tecnico ed emotivo, tratteggiando un personaggio di grande spessore. La giovane attrice ha trasmesso con intensità l’angoscia di una figlia innamorata, ma al contempo oppressa dalle decisioni paterne. La D’Amato ha saputo muoversi con grazia tra i toni della commedia e quelli più drammatici, riuscendo a far emergere l’ansia di chi è combattuto tra il dovere di figlia devota e il desiderio di libertà. Un’Angelica che è capace di sfidare l’ipocrisia della matrigna e la freddezza di un futuro marito poco avvenente e che le è indifferente.
Alessandra Lelii ha interpretato con maestria il ruolo di Belinda, la seconda moglie di Argante. La sua Belinda è un personaggio brillante, capace di unire l’infida bellezza a una spiccata indole calcolatrice. Lelii ha saputo sfruttare al massimo la comicità del soggetto, offrendo un’interpretazione che ha colpito per la precisione dei gesti e l’acume delle battute. La sua Belinda è stata schizzinosa, ma con un fascino malizioso che ha reso il personaggio irresistibile, mantenendo il pubblico divertito proprio per la sua smaccata natura manipolatrice, oscillando tra la leggerezza comica e la sottile crudeltà.
Barone, De Santis e Pluchino: riconferme e novità
Una novità di rilievo per la Compagnia Go.Do.T. è stato l’arrivo di Stefano De Santis, interprete del ruolo di Cléante. De Santis, attore romano formatosi nell’Officina Pasolini sotto la direzione di Massimo Venturiello e Tosca, ha dimostrato una notevole abilità nel caratterizzare il personaggio di Cléante, distinguendosi sia in scena che nella controscena. La sua interpretazione rivela una maturità che gli ha permesso di immergersi completamente nel ruolo, conferendo profondità e autenticità al personaggio. Particolarmente esilarante è il siparietto comico in cui veste anche i panni del farmacista Florante, sfoggiando una cadenza bolognese che testimonia la sua versatilità attoriale.
Alessio Barone e Lorenzo Pluchino si riconfermano nei loro ruoli rispettivamente di Dottor Diaforetico e Tommaso Diaforetico, offrendo interpretazioni di spiccata comicità. Barone, nel ruolo del pomposo e del tutto ignorante medico, domina la scena con una presenza imponente, incarnando perfettamente la satira di Molière sulla classe medica del tempo. Pluchino, nei panni di Tommaso, è esilarante nella sua totale confusione e stordimento, rendendo ogni sua apparizione sul palco un momento di grande divertimento. La regia ha valorizzato la loro comicità attraverso effetti scenici sapientemente integrati, accentuando le caricature volutamente esagerate dei due personaggi.
La coppia Barone-Pluchino riesce a trasmettere appieno l’intento della commedia di Molière, che con Il malato immaginario denunciava l’insufficiente formazione culturale dei medici dell’epoca, accusandoli di essere egoisti, ipocriti, avidi e pomposi.
Un ulteriore merito va riconosciuto ad Alessio Barone, che ha dato prova delle sue abilità di cantante lirico, ,da parte sua, Lorenzo Pluchino brilla nel ruolo di Beraldo, il fratello di Argante, trasformandosi abilmente da un individuo di scarso acume a uno che dimostra un’intelligenza sorprendente. Di squisito spessore il duello dialettico finale fra Argante (Bonaccorso) e Beraldo (Pluchino) dal quale dipenderà l’esito della commedia.
La satira di Molière va oltre…
Ma la satira del commediografo francese non si limita ai medici; anche gli uomini di legge sono bersaglio delle sue critiche. Un esempio perfetto è il buffo Notaio interpretato da Angelo Lo Destro, che con un groviglio di cavilli e improbabili chiose cerca di confondere il suo cliente per trarne vantaggio. Lo Destro dà vita al suo personaggio con un’aria di pomposità tale da renderlo inavvicinabile e furbesco, sfuggente e comicamente ambiguo al punto giusto.
Un’ulteriore menzione va alla giovane Maria Flavia Pitarresi, che nel seppur breve ruolo di Luigina riesce a conquistare il pubblico con la sua vivace disinvoltura nel prendere in giro il padre (Argante). La sua esuberante freschezza si contrappone in modo brillante alla malattia e alle ossessioni dell’anziano genitore, strappando risate e portando una ventata di leggerezza alla scena.
Il castello di Donnafugata fa ancora una volta da scenografia di elezione
Il ritmo della rappresentazione è mantenuto alto anche grazie agli intermezzi musicali inediti, curati da Alessio Barone, che arricchiscono la narrazione senza mai spezzarne la continuità. Questi divertissement musicali offrono un piacevole respiro tra le scene, armonizzando perfettamente con il tono generale dello spettacolo.
L’ambientazione presso la scalinata del castello di Donnafugata è sicuramente fastosa e, pertanto, la scenografia non necessita di accessori. Semplice ma originale, essa si sviluppa in verticale, dando l’idea di una vera casa su più piani e contribuendo bene alla costruzione delle emozioni, come la preoccupazione e l’apprensione dei personaggi che corrono su e giù per le scale. Da apprezzare molto è anche la scelta dei costumi ad opera di Federica Bisegna, che imprimono ulteriore spessore ai personaggi.
In definitiva, questa versione de Il malato immaginario non solo rende giustizia al testo di Molière, ma lo esalta grazie all’eccellente recitazione dei suoi protagonisti e alla cura registica che riesce a bilanciare con sapienza comicità e riflessione, lasciando lo spettatore pienamente soddisfatto.
Autore: Moliére
Regia: Vittorio Bonaccorso
Costumi: Federica Bisegna
Genere: Commedia Teatrale
Compagnia : Compagnia Go.Do.T.
Cast: Vittorio Bonaccorso, Federica Bisegna, Alessio Barone, Benedetta D’Amato, Stefano De Santis, Alessandra Lelii, Angelo Lo Destro, Lorenzo Pluchino, Maria Flavia Pitarresi
Teatro: Scalinata Castello di Donnafugata
La Compagnia Go.Do.T. prosegue con la XIV edizione di Palchi diversi al castello di Donnafugata dandovi appuntamento alle ore 21, dal 21 al 29 Agosto con Lisistrata di Aristofane.
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