Il prof. Giuseppe Traina su "La cantatrice calva"
Il prof. Giuseppe Traina:
Ionesco e Beckett, che credo siano i cavalli di battaglia della Compagnia GoDoT, mantengono un significato morale di sconcertante attualità, che forse può essere paragonato soltanto a quello del teatro di Shakespeare e a quello di Pirandello. Ieri sera ne abbiamo avuto la riprova con la prima messa in scena della "Cantatrice calva" di Ionesco, reinventata dalla regia di Vittorio Bonaccorso con una straordinaria accelerazione sul versante comico di cui tutta la platea ha goduto (credo di non aver mai riso tanto a teatro in vita mia: forse soltanto al cinema). Quello che non finisce di meravigliarmi nelle regie di Vittorio è la sua capacità di ricavare il massimo degli effetti con il minimo dell'attrezzatura scenica che, in questo caso, ha puntato sulla chance di colorare in modo carnevalesco e quasi circense la grigia vita della famiglia Smith e dei suoi ospiti. Un'attrezzeria essenziale ma sfruttata benissimo e l'attenzione alla resa espressiva degli effetti fonici dimostrano, nel lavoro di tutta la compagnia, che fare teatro non è soltanto puntare sulla bravura degli attori (scopriamo l'acqua calda se continuiamo a lodare gli interpreti, giovani e meno giovani, della Compagnia GoDoT) ma reinventare l'antica creatività artigianale dei teatranti veri.
Oggi può sembrare fantascienza, ma nel 1977 poteva capitare a un provinciale quattordicenne di scoprire, grazie alla RAI di allora, un commediografo di nome Ionesco, assistendo a un'incredibile commedia intitolata "Amedeo o Come sbarazzarsene": la storia di un cadavere che cresce a dismisura... (il cadavere più simpatico che abbia mai visto prima della "Congiura degli innocenti") fino ad assumere proporzioni vertiginose. Non dimenticherò mai gli interpreti, due allora giovani attori mai sentiti nominare prima: Cristiano Censi e Isabella del Bianco (e che ebbero carriera tutt'altro che disprezzabile: ma allora non potevo saperlo). Non solo. Pochi giorni dopo, un'altra sorpresa televisiva: "La cantatrice calva" dello stesso Ionesco. Strano a dirsi, di questa non ricordo gli interpreti: possibile che fossero Franca Valeri, Renzo Montagnani, Ferruccio De Ceresa (interpreti dell'unica edizione della "Cantatrice calva" presente nelle teche Rai) e che io non ne conservi ricordo? Tutto è possibile nei labirinti della memoria...
Estasiato da questa per me sorprendente forma teatrale, mi procurai in biblioteca i due Supercoralli Einaudi che racchiudevano le opere teatrali principali di Ionesco e cominciò una bellissima avventura di lettura.
Ma non riuscii mai più a rivedere a teatro queste due magnifiche opere: fino a due giorni fa, quando - grazie alla Compagnia GoDoT - ho potuto rivedere "La cantatrice calva". Che non ricordavo così divertente, in televisione: ma è chiaro che i grandi classici del teatro dell'assurdo lasciano registi e interpreti liberi di premere il pedale del comico o dell'attonito, con risultati ugualmente convincenti. E qui, a Ragusa, gli amici della GoDoT, hanno scelto la chiave comica, con grande goduria del pubblico. Grazie!
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