Il prof. Giuseppe Traina su "Il malato immaginario"
Il prof. Giuseppe Traina su "Il malato immaginario"
leri sera, da una strategica seconda fila del Teatro Perracchio, assistendo al "Malato immaginario" messo in scena dalla Compagnia GoDoT con l'ormai ben nota perizia, guardavo Vittorio Bonaccorso e Federica Bisegna recitare con siderea disinvoltura e credo di aver colto nei loro sguardi (in giro per il palcoscenico, sui giovani che li accompagnano) la soddisfazione compiaciuta di chi, una volta di più, raccoglie i frutti di tanti anni di magistero. I giovani attori e le giovani attrici della compagnia conquistano, infatti, sempre più, e meritato, spazio nelle messinscene della compagnia.
leri, per esempio, Giuseppe Arezzi svariava con trascinante bravura lungo tutte le tonalità dell'amoroso, trovando sempre azzeccati distinguo, canori o recitativi, per strapparci una risata; Alessio Barone e Lorenzo Pluchino inserivano in un impeccabile Molière i tempi comici del più raffinato avanspettacolo di tradizione italiana, Benedetta D'Amato concedeva i giusti spunti comici al ruolo dell'amorosa. Mi piace pensare che dietro il sorriso beato di Vittorio Bonaccorso si celasse la previsione che questi giovani, assai probabilmente, un giorno saranno a loro volta dei maestri e avranno allievi altrettanto bravi e appassionati.
Vedi le produzioni