Gino Carbonaro su "Macbeth"
Macbeth di William Shakespeare
Della Compagnia GoDoT
Al Castello di Donnafugata
Domenica 21 luglio 2024
Curioso, desideroso di rivedere un’opera di Shakespeare dopo anni, desideroso di vedere come i nostri GoDoT avrebbero gestito una delle più grandi e difficili opere di Shakespeare, spinto da mia moglie scozzese, curiosa di rivedere un Macbeth la cui trama si svolge in Scozia, proprio ad Inverness, città dove abita una sua sorella, ci siamo decisi a prenotare due posti e ad andare. Nessuno però poteva immaginare che per fare i biglietti avremmo dovuto rimanere in fila per più di mezz’ora, assistere a un vero attacco a posti e biglietti da parte di un pubblico interessato.
Ma, andiamo al dunque?
L’opera, una tragedia al quadrato o al cubo, si svolge in cinque atti e prevede la storia di un nobile scozzese, Macbeth, che uccide il suo re per impadronirsi del potere, ma nella trama è prevista la presenza di streghe che prevedono l’andamento dei fatti.
Abbiamo detto che la storia si svolge in cinque atti che nell’originale Macbeth spezzano in cinque momenti cruciali la tragedia costringendo il pubblico all’attesa. Questo, si è detto, nell’originale. Ma qui, in questa interpretazione al Castello del gruppo GoDoT, con la regia di Vittorio Bonaccorso, l’opera è diventata un atto unico, legato dalla presenza di un coro di streghe che intervengono nei momenti previsti per lo stop degli atti. Qui, al Castello, non si ferma nulla. Tutto continua. Tutto coinvolge. Tutto riesce a catturare l’interesse e l’attenzione del pubblico. Nulla si ferma: ritocco importantissimo del Regista Bonaccorso, che imposta la tragedia come un continuo dialogo (o confronto) fra una storia che va avanti e un Coro di Streghe che interviene per spiegare l’avanzamento della storia. Di fatto, il gruppo delle Streghe, che apparivano come protagoniste, e scomparivano a storia iniziata, è stato una favola: due anime dialoganti all’interno della stessa struttura.
Ma, è a questo punto che io avanzo una mia ipotesi. In questa tragedia, nella quale mi è stato possibile registrare la immensa grandezza di Shakespeare, mi sono accorto che i veri tragediografi sono due: uno, il grande Shakespeare che scrive la storia, un altro, il grande Bonaccorso che entra nella tragedia e le dà un’anima facendola sua. E, cosa impressionante, tutti gli attori si calano nella tragedia facendone parte di loro. Tutti bravi. Tutti bravissimi. Tutti immersi nella storia. Un 110 e lode a tutti/e, ma soprattutto alla straordinaria interpretazione del Coro delle Streghe. Veramente straordinaria, senza dimenticare luci, costumi e suoni. Tutti ad altissimo livello. Funzionali. Stupendi.
Chiudiamo affermando che questo capolavoro è opera da vedere per potere sottolineare che questa provincia iblea è centro culturale altissimo, da non sottovalutare.
Vedi le produzioni