Note di regia
“I mariti sono ottimi amanti, soprattutto quando tradiscono le mogli”
(Marilyn Monroe)
Il nostro primo Feydeau è del 2019 e cioè Il matrimonio di Barillon (forse tra i primi a riproporlo in Italia), un successo che tanto ha divertito il numerosissimo pubblico accorso.
Tutti i testi di Feydeau, una delle penne più geniali che la drammaturgia abbia mai conosciuto – autore prolifico di quella che fu la stagione magica del teatro e che segnò una svolta nel genere della commedia (vaudeville) – sono pirotecnici e divertentissimi, dal ritmo frenetico e con personaggi esuberanti.
Se Il matrimonio di Barillon è forse la pochade meno frequentata di questo prolifico autore – anche se una delle più divertenti per le trovate e gli innumerevoli colpi di scena – Sarto per signora è sicuramente tra le sue opere più famose.
Come scriveva in una sua recensione, al debutto dell’opera il 17 dicembre del 1886, il critico Adolphe Brisson su Le Temps, l’umorismo di Feydeau può definirsi fanciullesco: “…perché possiede tutta la verve allegra e indiavolata della giovinezza.”
Infatti è sempre entusiasmante proporre queste commedie perché, pur riflettendo una società che non esiste più, contengono in loro i meccanismi eterni della comicità, risultando sempre freschi e mai scontati. Tutto ciò grazie ad una sapiente miscela di equivoci, fraintendimenti e l’uso di uno stratagemma sempre vincente: lo scambio di persona, a volte basato su situazioni al limite dell’assurdo, che l’autore risolve brillantemente con guizzi improvvisi di battute esilaranti. Insomma, divertimento allo stato puro per gli attori e per gli spettatori.
Vittorio Bonaccorso