Note di regia
Due coppie di genitori. Un salotto. Una lite tra i rispettivi figli il pretesto del loro incontro.Sembrerebbe la descrizione di una giornata banale, noiosa, di una qualsiasi famiglia borghese. Invece, dopo un inizio pacato e lucido, tollerante e farcito di convenevoli, la maschera della formalità cade miseramente lasciando il posto al cinismo, alla ferocia, alla frustrazione che alberga nell'animo umano; "il dio del massacro" appunto, che ci governa e col quale tutti dobbiamo quotidianamente fare i conti. Un testo sarcastico, pregno di battute al vetriolo, politicamente scorretto, eccezionalmente serrato e scorrevole questo di Yasmina Reza, che ha ispirato il film "Carnage" di Roman Polanski. Lo spettatore viene accompagnato per mano verso gli abissi dei propri tormenti delle proprie fragilità e dei fallimenti che costantemente cerchiamo di nascondere con risultati talvolta convincenti, più spesso goffi e irreali. Non ci sono vittime nè carnefici, vincitori o vinti. Senza un solo grammo di moralismo, il dio del massacro costringe l'uomo a fare la cosa più elementare ma al tempo stesso complicata: prendere atto della sua scomoda presenza e imparare a conviverci, guardarsi allo specchio e, nonostante tutto, riconoscersi. Nessuno può evitare questa analisi, non si fanno sconti. Nessuno si salva.