Note di regia
Lo spettacolo è una sorta di viaggio nel mondo della poetica giullaresca, e dei vari testi poetici che la compongono, dal medioevo ai tempi nostri. A cominciare dalla famosissima “Rosa fresca aulentissima” di Ciullo d'Alcamo, nella quale Matteo Belli dà prova di attore finissimo, di grande versatilità e capace con le sue doti vocali di sdoppiarsi, donando alla parola la corposità che è propria dei grandi maestri quali Dario Fo; passando per i sorprendenti giochi linguistici del “Bisbidis” di Manoello Giudeo, “La nascita del villano” di Matazone da Caligano e la straordinaria e grottesca drammaticità della “Parodia della Passione” di Ruggieri Apugliese; per finire con un monologo divertentissimo, nel quale Belli utilizza la tecnica del grammelot, facendo vivere situazioni e personaggi molteplici. Ogni brano è preceduto da un'illustrazione storico-critica da parte dell'attore, che introduce lo spettatore moderno ad una migliore intelleggibilità dei testi, tanto lontani nel tempo ma anche, per molti fattori, incredibilmente attuali.