Note di regia
Il Profumo di Patrick Süskind è uno dei romanzi più straordinari mai scritti, in cui l’autore riesce a creare un personaggio che vive il proprio mondo attraverso il senso dell’olfatto.
Federica Bisegna fa rivivere questa storia con la tecnica più antica, la più efficace, la più immediata: la Narrazione all’improvvisa.
Il teatro di narrazione si diffonde in Italia intorno alla metà degli anni ottanta del secolo scorso. Alcuni attori, ispirandosi alle grandi esperienze del monologo teatrale a cominciare da Dario Fo, Roberto Herlitzka, Marco Baliani, Franca Valeri, iniziano a presentarsi sulla scena senza lo schermo del personaggio per raccontare storie, senza rappresentarle. Nel panorama attuale molti giovani attori si sono cimentati in questa forma di teatro, Federica Bisegna fa parte di questa schiera di artisti che hanno la capacità, non solo di essere autori-autrici dei testi raccontati ma anche di affrontare testi di autori importanti, affascinando con la parola tanto da far dimenticare l'assenza di scene ed orpelli vari e di fare immergere totalmente lo spettatore nella storia. Basti pensare ai diversi spettacoli quali "L'attrice" che tanto successo ha avuto a Ragusa, Catania, Roma e Basilea; "Macbeth” di W. Shakespeare; "La tessitrice delle notti" da Le mille e un notte; "Il Cirano" di E. Rostand; "La favola dei saltimbanchi" di M. Ende.
Federica Bisegna ri-propone l'opera con quella che è l'antica tecnica dei "Cuntisti" (Mimmo Cuticchio sopra tutti, che avremo l’onore di ospitare all’interno della stagione), liberandola cioè dalla parola scritta e donandole la freschezza della parola in divenire, che nasce in quel preciso momento e che si nutre del respiro del pubblico. Una tecnica che coniuga la capacità interpretativa con quella dell'improvvisazione, nel rispetto della trama e del pensiero dell'autore, tecnica della quale è divenuta un'esperta.
Vittorio Bonaccorso