Note di regia
Il Teatro non è specchio che riflette ma lente che ingrandisce" Niente di più vero! Nel 2009 si è celebrato il centenario della pubblicazione del Manifesto Futurista che rivoluzionò tutti gli aspetti dell’arte, dalla pittura alla letteratura, dalla fotografia alla poesia, dal cinema al teatro.
In un’epoca appiattita e mediocre, qual’è quella che stiamo attraversando, sentiamo il bisogno di una sferza simile a quella futurista, capace di ridare energia e vitalità al teatro italiano. Consci del fatto che difficilmente ciò accadrà, cerchiamo almeno nella nostra attività quotidiana di ricordarcene la lezione. E’ con questo spirito che, insieme a Federica Bisegna, mi sono buttato in questa avventura, con gli allievi del primo Corso della Compagnia G.o.D.o.T.
Non solo per omaggiare il centenario del più grande Movimento artistico del 900 ma soprattutto per dare un’impronta specifica all’idea che abbiamo di fare teatro. Il gruppo che si è formato è composto da persone straordinarie che hanno messo tutto il loro entusiasmo per cimentarsi in un impegno non certo facile e che, a volte, neanche gli attori più navigati hanno mai affrontato.
L’idea dello spettacolo è nata da racconti creati dagli allievi stessi e rielaborati da Federica Bisegna (con incastonature preziose di alcune tra le più famose sintesi futuriste e testi del teatro Dada).
Parola e gesto si fondono per creare "traiettorie imprevedibili", seguendo le quali navigare verso una forma di teatro assoluta.
Lo spettacolo ha avuto l’onore di vedere tra il pubblico (in una replica a Scicli a Villa Penna) la Nipote di T. F. Marinetti che lo ha definito lo spettacolo sul Futurismo più intelligente a cui ha assistito.
Vittorio Bonaccorso