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Sogni di Beniamino Modestini contabile

Spettacolo di Fine Corso

con

Federica Bisegna
Vittorio Bonaccorso - Regia

Note di regia

“… Una delle mie preoccupazioni costanti è capire com’è che esista altra gente, com’è che esistano anime che non sono la mia anima, coscienze estranee alla mia coscienza; la quale, proprio perché è coscienza, mi sembra essere l’unica possibile…”
da “Il libro dell’inquietudine di Bernardo Soares” di Fernando Pessoa.

Dopo alcuni anni, abbiamo voluto riprendere uno spettacolo che tanto successo ha riscosso nelle precedenti edizioni di Palchi Diversi. Questa nuova edizione vede coinvolto tutto il gruppo Lab. Senior 2016/2017.
I testi, come nella precedente versione, sono di Giancarlo Iacono, a cui avevo chiesto di mettere nero su bianco questa mia idea, inventando cinque storie che ricalcassero – seppure in chiave comica – altrettanti generi letterari, collegati fra loro da testi originali di Federica Bisegna.
Beniamino Modestini sente di vivere una vita che non gli appartiene. Egli brama di fare lo scrittore ma è costretto a rimanere incollato alla sua scrivania di contabile, vessato dalla perfida, ma bellissima, segretaria del direttore dell’ufficio in cui lavora. Sommerso da pratiche, bilanci e consuntivi sogna di poter pubblicare un giorno il suo best seller. Le storie gli si affollano nella mente prendendo corpo, così telefona di volta in volta alle case editrici più importanti ma i suoi tentativi falliscono miseramente. Si crede un grande scrittore incompreso ma non si rende conto di essere un mediocre.
Quanto di Modestini c’è in ognuno di noi? Chi non ha sognato, almeno una volta nella vita, di essere altro da sé, credendo di avere capacità fuori dal comune, finendo poi per scontrarsi con la dura realtà e con la “normalità” (se non mediocrità) quotidiana?

Gli allievi si cimentano con testi che vanno dalla favola al giallo, dalla letteratura fantascientifica a quella che guarda all’attualità mediatica, fino ad arrivare alla saga familiare da grande romanzo; cinque sogni ad occhi aperti, surreali come solo i sogni possono esserlo.

Vittorio Bonaccorso

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